BIBLIOTECA DI AREA UMANISTICA - SIENA

Alessandro Parronchi

Alessandro Parronchi, Firenze, 1999

Alessandro Parronchi, Firenze, 1999

Alessandro Parronchi è stato un importante storico dell’arte e intellettuale fiorentino, nato il il 26 dicembre 1914. La sua formazione è di impronta cristiana e comincia dalla narrativa per l’infanzia per approdare presto allo studio dei grandi classici, del romanzo e della poesia.
Studia presso l’istituto dei barnabiti “La Querce” fino alla maturità e, nel 1933, si iscrive all’Università di Firenze, indirizzando i suoi studi sulla Storia dell’Arte. Si laurea nel 1938, ma già l’anno precedente era uscito il suo primo saggio Una pala dugentesca nei pressi di Greve in Chianti in «Rivista d’Arte» e aveva iniziato a frequentare, grazie a Mario Luzi, i grandi intellettuali fiorentini che gravitavano intorno alle Giubbe Rosse, in primis Eugenio Montale e Ottone Rosai. Già nato era il legame con Vasco Pratolini, amico fraterno per l’intera vita, e alla redazione del «Frontespizio», rivista in cui esce la prima sua poesia, conosce Enrico Vallecchi, Carlo Bo, Piero Bargellini.
Parronchi infatti è anche poeta e la sua prima raccolta, permeata di cultura ermetica, esce nel 1941 con titolo di I giorni sensibili, che raccoglie i testi scritti e pubblicati su varie riviste tra ’37 e ’41.

Insegna storia dell’Arte a Urbino, Bologna e infine nella sua città natale fino al 1989; è quindi storico dell’arte, poeta e traduttore dal francese: traduce i testi di Baudelaire, Rimbaud, Mallarmée. Tale passione è per Parronchi terreno di confronto con uno dei più grandi poeti italiani, Giuseppe Ungaretti, incontrato per la prima volta a Firenze nel 1939, con cui instaura un lungo rapporto di collaborazione e amicizia.

La biblioteca e l’archivio Parronchi testimoniano la vastità degli interessi e dei contatti portati avanti dall’intellettuale fiorentino. Alessandro Parronchi amava appassionatamente l’arte rinascimentale, in particolare la scultura, ma fu un attento e attivo studioso di artisti a lui contemporanei quali Venturino Venturi, Ottone Rosai e soprattutto Mario Marcucci. Nella collezione di pezzi di arte di Parronchi si annoverano 86 opere, 28 delle quali di mano di Marcucci: egli rappresentava per Parronchi il detentore di un’arte pura, scardinata da ogni corrente ufficiale o moda e che ben rispondeva a quel bisogno di infinito che Parronchi coltivava anche attraverso il suo amore per l’opera leopardiana.

La biblioteca e l’archivio Parronchi testimoniano la vastità degli interessi e dei contatti portati avanti dall’intellettuale fiorentino. Alessandro Parronchi amava appassionatamente l’arte rinascimentale, in particolare la scultura, ma fu un attento e attivo studioso di artisti a lui contemporanei quali Venturino Venturi, Ottone Rosai e soprattutto Mario Marcucci. Nella collezione di pezzi di arte di Parronchi si annoverano 86 opere, 28 delle quali di mano di Marcucci: egli rappresentava per Parronchi il detentore di un’arte pura, scardinata da ogni corrente ufficiale o moda e che ben rispondeva a quel bisogno di infinito che Parronchi coltivava anche attraverso il suo amore per l’opera leopardiana.

Bibliografia:

Per Alessandro Parronchi (1914-2007), atti della Giornata di studio, Siena, Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, 3 Marzo 2010, Firenze, Edizioni Cadmo, 2012

Ricordando Parronchi, artisti del Novecento in Toscana, a cura di Emanuele Barletti e Luca Lenzini, Firenze, Edizioni Polistampa, 2013

Alessandro Parronchi, bibliografia delle opere e della critica (1937-2014), a cura di Eleonora Bassi e Leonardo Manigrasso, Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2014