Ranuccio Bianchi Bandinelli
NOTIZIA BIOGRAFICA
Ranuccio Bianchi Bandinelli nacque a Siena il 19 febbraio del 1900 da Mario Bianchi Bandinelli, discendente di un’antica famiglia dell’aristocrazia senese, e da Margherita Ottilie von Korn, nobildonna di origine viennese, morta in giovane età. Ranuccio si laureò in lettere a Roma nel 1923 con una tesi dedicata alla città di Chiusi in epoca etrusca. Ottenne il suo primo incarico accademico nel 1929 quando gli fu assegnata la cattedra di archeologia presso l’Università di Cagliari.
Nel 1931, passò alla prestigiosa Università di Groningen in Olanda per poi tornare nuovamente in Italia tre anni dopo insegnando dapprima all’Università di Pisa (fino al 1938) e poi, dal 1939 al 1943 all’Università di Firenze. Intorno agli anni ’30 ebbe inizio anche la sua densa attività in campo editoriale.
Nel 1935 compare tra i fondatori della rivista «Critica d’arte». Dal 1945 al 1948 fu direttore della rivista «Società». Centrale nella biografia intellettuale dello studioso l’adesione, nel 1944, al Partito comunista italiano di cui divenne in seguito membro del Comitato centrale.
Direttore generale delle Antichità e Belle arti dal 1945 al 1947, tornò nuovamente all’insegnamento dapprima presso l’Università di Cagliari (1945-1947), poi ancora a Firenze, dal 1950 al 1957, e infine a Roma dal 1957 al 1964. Nel 1948 fondò l’Accademia dei Lincei e dal 1951 fu redattore dell’Enciclopedia Universale dell’Arte per la sezione relativa al mondo antico. I suoi campi di interesse furono moltissimi e altrettante le opere da lui pubblicate, come ad esempio Roma. La fine dell’arte antica o Etruschi e Italici prima del dominio di Roma insieme al suo allievo Antonio Giuliano. Sono stati suoi allievi i maggiori studiosi di Arte Antica degli ultimi quarant’anni come Filippo Coarelli, Mario Torelli e Adriano La Regina. Nel periodo romano ricoprì la carica di direttore della Scuola nazionale di archeologia mentre dal 1959 al 1963 fu membro del Consiglio superiore delle Antichità e Belle arti.
Abbandonato definitivamente l’insegnamento nel 1964, nel 1967 assunse la direzione della rivista «Dialoghi di Archeologia». Dal 1957 al 1970 fu inoltre direttore dell’Istituto Gramsci.
Morì Il 17 gennaio del 1975.
Tra le sue numerose opere: Storicità dell’arte classica; Organicità e astrazione; Archeologia e cultura; L’arte etrusca; La pittura antica; Dall’ellenismo al medioevo; Diario di un borghese. Si ricordi inoltre la biografia di Marcello Barbanera, Ranuccio Bianchi Bandinelli : biografia ed epistolario di un grande archeologo, Milano, Skira, 2003; inoltre tra le corrispondenze: Ranuccio Bianchi Bandinelli, Lettere a Maria 1922-1924, a cura di Roberto Barzanti, Siena, Gli ori, 2009; Cesare Brandi, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Lettere 1927 – 1967, a cura di R. Barzanti e M. Barbanera, Pistoia, Gli Ori, 2009.
IL FONDO ARCHIVISTICO
Il fondo è suddiviso in due serie: “Documenti rinvenuti nel fondo librario e nella miscellanea”; “Documenti rinvenuti nel fondo della Famiglia”.
I documenti che costituiscono la prima serie sono stati rinvenuti all’interno del Fondo Librario Bianchi Bandinelli di proprietà della Biblioteca di Area Umanistica dell’Università di Siena, acquisito nel 1976.
I documenti che costituiscono la seconda serie appartengono al Fondo archivistico della Famiglia Bianchi Bandinelli, di proprietà del medesimo ente. Questa seconda parte venne acquistata nel 1988, su proposta del prof. Carlo Pazzagli, presso una libreria antiquaria.
Il fondo rappresenta il completamento della documentazione riguardante la famiglia Bianchi Bandinelli, già ordinata e inventariata, consultabile presso l’Archivio di Stato di Siena. Un altro fondo è conservato presso l'Archivio Storico del Movimento Operaio Democratico Senese, donato dagli eredi dopo il 1988, contenente materiale postumo relativo alle commemorazioni di Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Note sul contenuto:
L’arco cronologico nel quale è possibile collocare l’insieme delle carte Bianchi Bandinelli va dal secolo XVII al secolo XX: di poca consistenza i documenti del 1600, così come le carte del ‘900: si tratta di lettere scritte da Ranuccio Bianchi Bandinelli alla futura moglie, telegrammi, cartoline e lettere di vario genere. Di discreta entità è la sezione relativa al secolo XIX, mentre la parte più consistente del fondo è costituita dai documenti del secolo XVIII, che possiamo suddividere in due sezioni fondamentali: affari di famiglia e affari amministrativi. Vari personaggi appartenenti alla famiglia si avvicendano nei documenti Bianchi Bandinelli, intrecciando rapporti personali e commerciali con altre note famiglie senesi (gli Ugurgiri o i Placidi, per es.), con i Cavalieri di Santo Stefano, con i Cavalieri di Malta, solo per citare alcuni esempi.
Per quanto riguarda gli affari amministrativi, si va dalla contabilità delle tenute (raccolta dell’olio, produzione di vino, di farina di castagne) ai rendiconti che puntualmente venivano inviati dai collaboratori della famiglia dalle varie città europee (Lisbona, Amsterdam, Londra) circa il commercio di spezie, stoffe, tabacco e vino. Piuttosto numerosi sono infine i documenti che testimoniano il costante rapporto con il Monte dei Paschi.
L’Archivio è disponibile on line all’interno della piattaforma OneSearch del Servizio Bibliotecario Senese. La Biblioteca Umanistica possiede inoltre la biblioteca appartenuta a Bianchi Bandinelli, in precedenza nella residenza della famiglia a Geggiano (Siena), ed un’ampia raccolta di estratti: vedi Antiquitatis scientiarum munera: il fondo Ranuccio Bianchi Bandinelli, a cura di E. Bassi e S. Pallecchi, Siena, Università degli studi di Siena - Protagon Editori Toscani, 2000.
Qui il link dell’“Istituto di studi, ricerche e formazione Ranuccio Bianchi Bandinelli”, fondata do Giulio Carlo Argan e Giuseppe Chiarante alla fine del 1991: https://bianchibandinelli.it/associazione/
Indice dei corrispondenti