Archivio storico ONP

Archivio e biblioteca ONP Arezzo

A partire dal settembre 1893 i primi pazienti aretini vennero ricoverati presso l’Asilo per dementi che aveva sede nei locali dell’ex monastero dello Spirito Santo. Una sede provvisoria in attesa della realizzazione del nuovo manicomio. Nel 1898 l’amministrazione provinciale di Arezzo avviò i lavori di costruzione dell’ospedale psichiatrico nella zona del Pionta. Nel 1901 furono inaugurati i primi locali dell’ospedale e trasferiti i primi malati. Dal gennaio 1906 la gestione venne assunta dalla Provincia. Primo medico ad essere nominato direttore fu Guido Gianni, il quale, in seguito ad inchieste giudiziarie, fu costretto a rassegnare le dimissioni. Dal 1904, la direzione passò ad Arnaldo Pieraccini, che mantenne l’incarico fino al 1950 e si adoperò, fin dalla sua nomina, per l’edificazione del villaggio manicomiale. Nel 1926, il manicomio si trasformò, fra i primi in Italia, in “Ospedale provinciale neuropsichiatrico”. Allo scopo fu costruito un nuovo edificio, il Padiglione neurologico. La struttura rimase unita allo psichiatrico fino all’aprile del 1975 quando venne incorporato all’Ospedale civile.
Negli anni del secondo conflitto mondiale il manicomio subì ingenti danni a causa dei bombardamenti. Il direttore fu costretto a trasferire l’ospedale a Galbino (Anghiari) fino al termine della guerra. Nel 1950 Pieraccini si ritirò in pensione e al suo posto fu nominato Marino Benvenuti che assunse la carica di Direttore fino al 1969, anno del suo pensionamento, poi prolungata con delibera del consiglio provinciale fino al 1971. Riparati definitivamente i danni della guerra e ristabilita la normalità di tutti i servizi, il direttore si concentrò sulla fondazione della “Rivista di Neurobiologia”, la pubblicazione trimestrale, fu distribuita dal 1955 al 1973. Benvenuti iniziò, con l’amministrazione provinciale aretina, a progettare lavori di ampliamento e ammodernamento dell’istituto. Nel 1971 assunse la carica di Direttore del manicomio di Arezzo Agostino Pirella, allievo di Basaglia, che, in accordo con la giunta provinciale di quegli anni, si adoperò per l’“apertura” della struttura. Nel maggio 1978 venne approvata la legge n. 180 che disponeva la chiusura dei manicomi. Nel 1979 Pirella lasciò la direzione dell’istituto e venne sostituito da Vieri Marzi. Nel 1990 fu chiuso definitivamente il Manicomio di Arezzo.

NOTE SUL FONDO ARCHIVISTICO E BIBLIOGRAFICO

L’area del Pionta, nella quale sono attualmente ospitate strutture dell’Università di Siena e dell’Azienda Sanitaria, è stata la sede, fin dai primi anni del Novecento, dell’Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo. Nella centrale Palazzina dell’Orologio, sede della Direzione negli anni di attività del manicomio (e adesso sede del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale), sono conservati l’Archivio storico e la Biblioteca scientifica, negli stessi luoghi che occupavano quando era in funzione l’ospedale. Dopo anni di incuria seguiti alla chiusura dell’Istituto alla fine degli anni ottanta, nel 1999 la documentazione è stata recuperata e riordinata da personale universitario, in base ad una Convenzione, più volte rinnovata, con l’ Azienda USL Toscana Sud Est. L’Archivio è composto da circa 1500 buste. Il nucleo principale è costituito dalle cartelle cliniche dei pazienti ricoverati nella sezione mentale e nella sezione neurologica (tra le prime a sorgere in Italia), per un totale di oltre 30.000 cartelle cliniche. L’inventario dell’Archivio è stato pubblicato nel 2004 nella collana Progetto Archivi della Provincia di Arezzo. Attualmente è possibile consultarlo in formato digitale (Inventario ). L’Archivio compare anche nel portale tematico Carte da legare della Direzione Generale degli Archivi, nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico degli ospedali psichiatrici; il portale fornisce una mappatura esaustiva dei manicomi italiani e il censimento degli archivi ritrovati e conservati.

Nel 2014 l’Archivio è stato catalogato in formato elettronico e le informazioni sono adesso reperibili attraverso la piattaforma unica di ricerca OneSearch. Ad esempio, inserendo i termini di ricerca “ospedale neuropsichiatrico” è possibile accedere alla scheda del Fondo, (nella quale compaiono indicazioni sulla storia dell’ente, la bibliografia, la storia dell’Archivio, la sua entità e le modalità di consultazione). La Biblioteca Umanistica di Arezzo si sta occupando del riordino, inventariazione e catalogazione dei volumi della Biblioteca scientifica dell’Ospedale neuropsichiatrico, la quale conserva numerose monografie e riviste specializzate e volumi della Biblioteca di amena lettura (romanzi, racconti, poesie), alla quale potevano accedere anche i pazienti dell’Ospedale.

Per ricerche storiche è possibile consultare la documentazione amministrativa dell’ex Ospedale neuropsichiatrico e le cartelle cliniche chiuse da più di 70 anni. Le cartelle cliniche chiuse da meno di 70 anni, in base alla normativa sulla privacy, sono consultabili solo dai diretti interessati, dagli eredi e dagli aventi diritto.

NOTE SUL CONTENUTO

Bibliografia: Amministrazione Provinciale di Arezzo, I tetti rossi, Arezzo, Tip. Sociale, 1975 (Milano, Mazzotta 1978); F. Basaglia, P. Tranchina (a cura di), Autobiografia di un movimento: 1962-1979. Dal manicomio alla Riforma Sanitaria, Firenze, Litografia I.P., 1979 [contiene saggi su Arezzo]; M Ota De Leonardis, Dopo il manicomio: l’esperienza psichiatrica di Arezzo, [CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, progetto Prevenzione Malattie Mentali], Roma, Il pensiero scientifico, 1981; P. Crepet, L. Prosperi, Ipotesi di pericolosità: ricerca sulla coazione nell’esperienza di superamento del manicomio di Arezzo, [CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche progetto Prevenzione Malattie Mentali], Roma, Il pensiero scientifico, 1982; Vivere fuori: dal manicomio al territorio, l’esperienza di Arezzo, fotografie di F. Rossi; scritti di A. Pirella; V. Marzi, Firenze, La casa Usher, 1984; I. Biagianti, R. G. Salvadori, Sanità e follia ad Arezzo e in Toscana (secoli XVIII-XIX), Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1997; Progetto archivi – Provincia di Arezzo, Archivio storico dell’Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo, Inventario, a cura di S. Gherardi, P. Montani, presentazione di L. Giuva, revisione di A. Antoniella e L. Giuva, Introduzione e nota archivistica di S. Gherardi, Montepulciano, Editrice Le Balze, 2004; S. Gherardi, I ‘mentecatti’ aretini dal San Niccolò al Pionta, in F. Vannozzi (a cura di), San Niccolò di Siena. Storia di un villaggio manicomiale, Milano, Mazzotta, 2007, pp. 197-214; , Centro promozione per la salute Franco Basaglia, Utopia e realtà, una memoria collettiva: ricordi e testimonianze per la fondazione di un archivio della memoria orale dell’Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo, a cura di G. Micheli, Arezzo-Firenze, Edifir, 2009; Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione generale per gli archivi – Servizio II Archivi non statali, Primo rapporto sugli archivi degli ex ospedali psichiatrici, a cura del Gruppo di coordinamento del Progetto nazionale Carte da Legare, Angri (Salerno), Editrice Gaia, 2010 [su Arezzo pp. 174-175]; A. Moriani, Fonti per la storia dell’assistenza sanitaria in territorio aretino: l’“Asilo per dementi” di Arezzo (1893 – 1904), in Non solo storia. Saggi per Camillo Brezzi, a cura di M. Baioni e P. Gabrielli, Cesena, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, 2012, pp. 173-177; I complessi manicomiali in Italia tra Otto e Novecento, a cura di C. Ajroldi, M.A. Crippa, G. Doti, L. Guardamagna, C. Lenza, M.L. Neri, Milano, Electa, 2013 [su Arezzo, pp. 201-211, a cura di Cettina Lenza]; J. Foot, La “Repubblica dei matti”. Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978, Milano, Feltrinelli, 2014 [su Arezzo pp. 245-256]; C. Pesce, L’ospedale psichiatrico di Arezzo negli anni settanta. Il progetto riformatore di Agostino Pirella, in “Storia e problemi contemporanei”, numero monografico Manicomi. Fonti e percorsi di ricerca a cura di P. Giovannini A. Valeriano, n. 70, 2015, p.71-85; M. Baioni, M. Setaro (a cura di), Asili della follia. Storie e pratiche di liberazione nei manicomi toscani, [contiene saggi su Arezzo] Pisa, Pacini editore, 2017; L. Occhini, Custodia domestica sussidiata del “pazzo tranquillo” nella pratica manicomiale di inizi ‘900, in La psichiatria italiana tra ottocento e novecento. Dal manicomio al territorio, a cura di M. Aliverti, Roma, Aracne, 2018, pp. 121-143; L. Occhini, A. Pulerà, A., Arezzo 1939: l’epidemia di poliomielite e le forme di caregiving nell’Ospedale Neuropsichiatrico, in La Psichiatria italiana tra Ottocento e Novecento. Dal manicomio al territorio, a cura di M. Aliverti, Roma, Aracne, 2018, pp. 145-164; S. Calamai e M. Setaro, sPazzi sonori. L’archivio di Anna Maria Bruzzone come orecchio della memoria, in “MEFISTO”, n. 3(2), 2019, pp. 43-60, L. Occhini, Suicidio e reclusione manicomiale (1901-1990), in Storia e psichiatria. Problemi, ricerche, fonti, a cura di G. Mamone e F. Milazzo, 2019, Milano, Biblion Edizioni, pp. 185-200.

Pagina sul sito Carte da legare: Archivi della psichiatria in Italia

Per maggiori informazioni e appuntamenti:

Lucilla Gigli – 0575-926264 – lucilla.gigli@unisi.it

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52100 Arezzo - Italia
tel. 0575.926289

Responsabile: Eleonora Bassi (e-mail)