Giuseppe Ungaretti
18 Settembre 1946 Caro Parronchi, ti sono così profondamente grato delle prove di affetto che mi hai dato. Ti manderò fra giorni Piccola Roma e Poésie volontaire et involontaire di Eluard, e anche un’edizioncina del Monsieur Teste. Quest’ultima reca una dedica a me di Valéry; è quindi, per l’autografo, libro d’un certo valore per i bibliofili; ma d’un grande valore per me al quale recava il segno d’affetto d’un amico e d’un uomo grande. É per quest’intima ragione che mi è caro offrirtelo. […]. Ricordami alla tua mamma che ringrazio ancora. Ti abbraccio il tuo G.U.
19 Settembre 1946 Caro Ungaretti, lei non sa quanto le sia grato di avermi voluto fare il dono della sua compagnia e dimostrarmi un’amicizia che oltre che onorarmi mi commuove profondamente e mi è d’inesauribile contettezza ed aiuto. Voglio dirle solo questo, esprimendomi malamente, ma spero che intenderà: che da questo suo soggiorno a Firenze ho tratto forza a non disperare nelle capacità di rinnovarsi dell’uomo, speranza che le persone che stimo di più, nonostante tutto, erano andate a poco a poco togliendomi, tanta è la sete di operosità e il senso di libertà di cui mi ha fatto ricordare. Sento che dipenderà da me se riuscirò a vincere il torpore di questi anni, a vedere più in là con la mia vista di miope, e non vorrò scoraggiarmi più tanto facilmente. […] A lei un caro abbraccio dal suo aff.mo A.P. |